Turismo accessibile, una via di sviluppo giusta e doverosa che nel savonese ha un potenziale di almeno 60 milioni di euro all’anno

Il candidato sindaco del Patto per Savona: “Sociale ed economia devono andare a braccetto. Il mio progetto per rilanciare occupazione e territorio”

“Giusto, doveroso e SEGNO di un’economia buona e innovativa, di una comunità che sa essere inclusiva e dinamica. Lo sviluppo del turismo accessibile è una delle strade da percorrere non solo perche’ atto di civilta’ ma anche per il potenziale economico che può generare per la provincia di Savona: oltre 60 milioni di euro all’anno in più. Dato da intendersi per difetto, visto che chi ha disabilità non va mai in vacanza da solo, ma con parenti o amici”.

A dirlo è Marco Russo, candidato sindaco del Patto che Savona, che parte dai numeri. Nel 2019 (ultimo anno valutabile prima dell’emergenza Covid) la provincia di Savona – dice il rapporto annuale statistico della Camera di Commercio – è stata la seconda in Liguria per arrivi con 1.289.000 turisti. Ma è stata anche quella con una crescita annua minore rispetto alle altre province della regione (Imperia +4,47%; La Spezia +1,51%; Genova 0,63%; Savona 0,45%). Se si considera la permanenza, invece, il dato diventa negativo: – 2,42%. “Questo significa – osserva Russo – che il nostro territorio è attrattivo, ma deve fare di più, perché perdere turisti è un dato preoccupante per l’economia locale, considerando anche l’indotto generato in termini di attività commerciali, ristorazione e, naturalmente, considerando i posti di lavoro”.

Per questo la strategia indicata dall’Agenda è quella di agire pensando in grande. “Savona deve tornare ad essere comune capofila di un’offerta turistica di respiro comprensoriale. Per cominciare deve dare un maggiore e più significativo contributo allo sviluppo della card provinciale, importante iniziativa già  avviata dagli altri comuni della provincia e dalla quale è rimasta colpevolmente fuori per troppo tempo, e deve farlo elaborando prodotti turistici della città che si pongano in relazione e sinergia con l’offerta turistica del comprensorio. Da sindaco, quindi, sarò promotore di una politica di sviluppo economico che SAPPIA diversificare, puntando sull’outdoor, sul turismo religioso e riconoscendo tutte le potenzialità del turismo accessibile che è una forma di civiltà, di sviluppo giusto”. E qui Russo prende in prestito le parole di Bandiera Lilla, realtà meritoria di Savona, con la quale da tempo e’ in rapporto, che dal 2016 insegna queste tematiche a tutta Italia: “Ciò che viene fatto per le persone con disabilità è utile a tutti. Essere inclusivi significa pensare alle donne incinte, ai bambini nel passeggino, agli anziani, a chi temporaneamente ha bisogno delle stampelle, alle persone in carrozzina o con il bastone bianco”. Di esempi virtuosi in Italia ce ne sono parecchi. Bibione, ad esempio, ha alberghi e spazi pubblici molto ben attrezzati. Il risultato è che quasi 1/5 dei turisti (per la precisione il 18%) è costituito da persone con disabilità.

I NUMERI. “Rendere accessibili gli spazi pubblici e privati del nostro territorio – dice Russo – abbattendo le barriere architettoniche in tutti gli ambiti della filiera turistica significa intercettare un potenziale turistico di partenza che Bandiera Lilla stima essere intorno al 10%. Quindi 128.900 turisti in più (tenendo conto dei dati provinciali del 2019 della Camera di Commercio). Calcolando il tempo di permanenza medio (4,17 giorni) e la spesa media procapite per chi soggiorna in hotel (115 euro, dati della Regione) si arriva a una ricaduta economica sul territorio di quasi 62 milioni di euro (61.813.995 per la precisione)”.

L’EFFETTO MOLTIPLICATORE. “Il turista con disabilità – osservano gli esperti di Bandiera Lilla – si muove accompagnato da almeno una persona. L’effetto moltiplicatore del dato economico, quindi, dà luogo, per lo meno, a un raddoppio. Inoltre non è un turista mordi e fuggi, tende a fermarsi ben più dei 4,17 giorni di media e anche a ritornare negli anni successivi”.

I SETTORI CHE DEVONO DIVENTARE ACCESSIBILI. Oltre a tutti gli spazi pubblici anche le spiagge, i monumenti storici, l’entroterra, gli impianti sportivi. Sono tanti i punti di forza della città di Savona che, se attrezzati in maniera adeguata, potrebbero diventare attrattivi in una chiave di turismo accessibile. 

Il mare. “L’esempio da seguire – si legge nell’Agenda per Savona – è quello dello Scaletto alle Fornaci, vera espressione di comunita’ accogliente, dotata di passerella fino al mare, l’assenza di scalini e impedimenti per entrare in spiaggia e la dotazione di sedie da mare Job per l’uso in acqua. L’auspicio è che sempre più stabilimenti balneari privati si adeguino seguendo modelli simili”. 

Musei e monumenti. Bisogna procedere con un piano di abbattimento delle barriere architettoniche e di piena accessibilità. Al Priamar, ad esempio, oltre agli ascensori già esistenti si potrebbe pensare a una flotta di piccoli scooter elettrici che consentano a tutti di raggiungere anche le parti alte della fortezza.  

Impianti sportivi. nello sport l’accessibilita’ si gioca non solo nei confronti del pubblico e anche degli atleti. Infatti, cresce il settore dei privati che si dedicano agli sport paralimpici organizzando tornei a squadre miste di basket in carrozzina, pallavolo, paddle. “Il lavoro in questo caso – è scritto nell’Agenda – è di far sì che le strutture – campi, spalti, spogliatoi, siano adeguatamente attrezzati in modo da poter generare anche un turismo di tipo sportivo”. 

Entroterra. “Parte dei nostri sentieri è adatta a essere percorsa con Mountain Bike manuali, e-Bike, quadricicli – dice ancora Russo – Oltre a mettere a disposizione flotte adatte anche a persone con ridotta mobilità va fatta una campagna di informazione permanente per permettere alle persone di capire dove affittare i mezzi e quali sentieri si prestano al turismo inclusivo”.

La conclusione di Russo è una sola: “Economia e sociale devono andare a braccetto, solo così Savona diventerà la città più vivibile della Liguria. Per i turisti ma anche per i suoi abitanti”.

Turismo accessibile, una via di sviluppo giusta e doverosa che nel savonese ha un potenziale di almeno 60 milioni di euro all’anno

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